San Vito Luoghi e Opere

San Vito Luoghi e Opere



Piazza San Vito - La Guglia di San Vito

I fedeli di Lequile hanno manifestato il loro devoto attaccamento a San Vito dedicandogli tanti luoghi da averlo costantemente davanti agli occhi e sulla bocca, tanto da far meravigliare chiunque per vari motivi viene in paese.
Il centro del paese costituito da una larga piazza dove si svolge la vita civile e sociale, dove è la casa municipale e numerosi negozi e luoghi di ritrovo è dedicata a San Vito.
Al centro della piazza si innalza una meravigliosa guglia sulla cui cima è collocata la statua di San Vito. Con una base triangolare la cuspide, alta metri 15, è un autentico capolavoro in pietra leccese; è opera di cesello che sintetizza mirabilmente lo stupendo barocco pugliese. "L'à eretto nella piazza un famoso obelisco, Tanno 1694, il Sindaco Oronzo Rossi, scolpito da lui medesimo, a ricordo dell'anno del suo sindacato; come conforme scolpì in legno la statua dell'Assunta nella Matrice."1 
Il lavoro fu eseguito dal 1 settembre 1693 al 1 agosto 1694 come si leggeva nell'inciso ai piedi della statua, mentre "...in una notte...anzi in poche ore 300 fabbri muratori di Lequile innalzavano il triangolare obelisco sito in mezzo alla piazza..."2 
In alto, ai piedi della statua erano conficcati 3 ceppi di ferro con degli anelli in cui si inserivano le aste delle bandiere.
Sin da allora, è ipotizzabile, i fedeli di Lequile hanno voluto durante la processione rendere omaggio al santo patrono benedicendo e collocando tre bandiere rosse sulla sommità della colonna. Nello stesso tempo si poneva tra le mani del santo insieme alla croce sempre in ferro un fiore, o meglio una palma fiorita a indicare il trofeo della vittoria ottenuta da San Vito col martirio. In tempi successivi, a causa di gravi lesioni che rovinarono la parte superiore della colonna e della statua le bandiere si collocarono sui piani inferiori. Per la stessa causa si smise il rito di porre il fiore nella mano sinistra del santo. Inoltre si procedette ai lavori di restauro; l'ultimo intervento di restauro è avvenuto nel 1997.

 


La Via San Vito

Partendo dalla piazza e imboccando una delle strade più strette, tortuose e anche più antiche di Lequile che porta alla chiesa di San Vito, si nota che è stata dedicata a San Vito. In verità non da sempre. Infatti anticamente si denominava via Orfanotrofio in quanto vi era una casa voluta dalla famiglia Andrioli per accogliere bambini orfani.3 
La via San Vito è ancora oggi una delle vie storiche più belle e caratteristiche. Nel percorrerla si intravedono le "curti" con tante piccole case, un tempo abitate da più famiglie, numerose di figli. Si ammirano delle piccole e antiche chiesette, quali la "chiesetta delle suore" più propriamente "Cappella della Madonna del Reto" con annesso il Monastero delle Cappuccinelle ( suore di S. Chiara) costruita nel 1597 da Donato Andrioli, che apparteneva alla famiglia Andrioli, la chiesetta dell'Addolorata e infine, svoltando a sinistra, la Chiesa della Consolazione (sec. XVII) anticamente dedicata a S. Susanna
Di notevole importanza sono anche i palazzi signorili costruiti lungo via San Vito che appartenevano a famiglie nobili lequilesi: al n. 12 c'è il palazzo Andrioli, costruito nel 1586 come si legge scolpito sopra una finestra dell'atrio; sull'artistico portone d'ingresso è collocato lo stemma della famiglia Andrioli; al n. 36 una costruzione del sec. XVI - XVII a due piani con un giardino pensile; al n. 131 c'è Palazzo Brunetti (sec. XVII) che oltre all'artistico portone presenta una bellissima balconata in pietra leccese sorretta da tredici grossi mensoloni a doppia voluta; al n. 141 un grandioso palazzo gentilizio del '500.


Largo San Vito

Dopo aver percorso via San Vito si arriva a "Largo San Vito"; è la piazzola antistante la chiesa di San Vito. Nei secoli passati con l'accrescersi dei devoti che venivano alla festa e per accogliere la fiera di animali e di prodotti agricoli è stata sempre più allargata. L'ultimo ampliamento che rispecchia quello attuale si è avuto nel 1931.4 Nel '600 era un ampio spazio di terra battuta; infatti la Chiesa di San Vito era in aperta campagna, fuori del centro abitato; c'erano solo alcune casette attigue alla chiesa che accoglievano un gruppo di frati francescani. Da Largo San Vito, percorrendo via Solano si arrivava alla chiesetta dedicata a M. S.S. di Costantinopoli, oppure ci si poteva recare alle numerose masserie che erano nella parte sud del paese.


Osannà di San Vito

Al centro di Largo San Vito è collocata una colonna in onore del santo. Dopo varie rimozioni che ha subito nell'ultima metà del secolo passato, solo di recente (1998) è stata ricomposta al centro della piazzetta. La colonna è collocata su una ampia base esagonale di 7 gradini. La parte bassa della colonna è un pezzo unico e sui 4 lati è scolpita l'aquila, emblema di Lequile; la colonna cilindrica alta metri 7,50 termina con un capitello.
In cima è posta la statua di San Vito con il volto e la mano rivolta verso la chiesa di San Vito quasi a indicare al popolo il suo tempio dal quale protegge e intercede per tutti i fedeli. Veniva denominato "lu samà" perché un tempo la Domenica delle Palme il clero e i fedeli benedicevano i rami d'ulivo e le palme in quel luogo, cantando "l'Osanna al Figlio di David". 

 


Tele in onore di San Vito in Chiesa Madre



Sull'altare a destra del transetto giganteggia una luminosa tela di San Vito. È opera del Cordiglia da Lecce (1883) che è anche autore della Deposizione dalla Croce collocata nell'altare opposto del transetto. Vestito in abiti di soldato romano, con tunica corta e calzari ai piedi volge lo sguardo verso il cielo quasi a implorare la divina protezione per il paese che è rappresentato alle sue spalle. Sullo sfondo, infatti è raffigurata la campagna con i pozzi, nella immediata periferia del paese, denominata località "li Paduli".



Stampa di San Vito in bianco e nero nella sacrestia: è una copia di un'incisione del XIX secolo; San Vito, raffigurato con volto sereno, con una corona regale sul capo mostra la croce per la quale ha affrontato il martirio, raggiungendo la gloria del cielo simboleggiata dal serto di fiori con il quale due angeli, scendendo dal cielo tra le nubi, stanno per premiare San Vito. Ai piedi del Santo sono disegnati due cani mansueti.


Statua lignea di San Vito



Nella visita pastorale di Mons. Luigi Pappacoda del 09/06/1658 si parla della statua di San Vito in legno, che sostituisce il quadretto di San Vito per le festività. La statua di San Vito è scolpita su un unico tronco di pero; il Santo, con la tunica corta e i calzari romani, è raffigurato con la mano destra levata in alto per mostrare la croce e la palma5, e con la sinistra stringe una catena al cui guinzaglio sono legati due cani; sul capo del Santo vi è una corona imperiale. Tutti questi oggetti sono in argento finemente cesellato di scuola napoletana. La statua è stata collocata in un bel trono di legno, finemente intarsiato e ricoperto di oro meccato. Al di sopra termina con una ampia corona regale.
Ai lati del santo sono le due statue lignee a mezzo busto dei santi Modesto e Crescenzia che indicano con le mani la reliquia (un pezzo di osso) incastonata nel petto in una teca a forma di cuore. Anche sul petto di San Vito è stata incavata e collocata una teca in argento, contornata di pietre preziose. In essa è custodito un pezzo di osso dell'avambraccio del santo.
Nei giorni di festa la statua viene ricoperta di una vestina rossa tutta ripiena di monili d'oro che i devoti nei tempi passati ed ancora oggi offrono al Santo, pieni di gratitudine per i benefici ricevuti da Dio per l'intercessione di San Vito.
Non si hanno notizie certe dello scultore che abbia scolpito la statua e il trono d'oro. Molto probabilmente l'autore è Oronzo Rossi, sindaco di Lequile dal 1693 al 1694, che in quel periodo scolpì in pietra leccese la guglia sulla quale collocò la statua di San Vito e la statua dell'Assunta in legno collocata inizialmente sull'altare maggiore e poi nell'abside della chiesa Matrice.